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Stage, tirocinio e apprendistato: qual è la differenza?

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Un’agenzia per il lavoro offre alle persone e alle aziende pronte ad assumere una moltitudine di servizi per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Tra questi rientrano anche i percorsi dedicati a chi si affaccia per la prima volta al […]

Un’agenzia per il lavoro offre alle persone e alle aziende pronte ad assumere una moltitudine di servizi per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Tra questi rientrano anche i percorsi dedicati a chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. Per facilitare il passaggio dallo studio alla professione, esistono infatti tre strumenti formativi e lavorativi fondamentali: stage, tirocinio e apprendistato. Tutti e tre questi percorsi consentono ai giovani di muovere i primi passi all’interno del mondo del lavoro, e di sviluppare competenze pratiche direttamente sul campo, tramite un’esperienza concreta all’interno di un contesto aziendale reale.

 

Stage e tirocinio: punti in comune e differenze

Molte persone utilizzano sostanzialmente questi termini in modo intercambiabile, poiché spesso la differenza tra i due non viene percepita. In effetti, si tratta proprio di distinzioni sottili, dal momento che, sotto moltissimi aspetti, stage e tirocinio risultano del tutto simili.

Nonostante però entrambi siano percorsi di formazione letteralmente “on the job”, svolti direttamente in azienda con lo scopo di sviluppare nuove competenze professionali, tra i due esistono delle differenze.

La differenza sostanziale è che lo stage è un percorso di per sé facoltativo, mentre il tirocinio è richiesto obbligatoriamente per conseguire diplomi professionali o completare determinati corsi di specializzazione. In particolare, si parla di tirocinio nei contesti universitari, sia per i corsi di laurea triennale che magistrale.

Come già accennato, lo stage è invece un'opportunità facoltativa: è una libera scelta dello stagista, che decide di intraprendere questo percorso per acquisire esperienza e prepararsi al meglio per l'ingresso nel mondo del lavoro.

Una similitudine tra i due concetti riguarda la retribuzione: in entrambi i casi non è previsto un contratto con busta paga, ma si parla piuttosto di un rimborso spese (ovvero un’indennità minima obbligatoria che viene definita in base alla normativa regionale di riferimento).

 

Quali tiipologie di tirocinio esistono?

Per quanto riguarda i tirocini, le distinzioni da tenere a mente sono essenzialmente due:

  1. Tirocini curricolari: si tratta percorsi previsti ed inseriti all’interno del proprio piano di studi universitario, indispensabili per ottenere i crediti necessari al conseguimento del titolo di laurea;
  2. Tirocini extracurricolari: a differenza dei primi, sono percorsi del tutto facoltativi e non legati a particolari percorsi di studio. Vengono fondamentalmente assimilati agli stage, perché consentono semplicemente di avviare e acquisire un’esperienza lavorativa.

A queste due tipologie di tirocinio, poi, se ne aggiungono altre due:

  1. Tirocini formativi attivi: comunemente chiamati TFA, si tratta di tirocini che culminano con un esame finale, come nel caso dei tirocini necessari per l'abilitazione all'insegnamento;
  2. Tirocini professionali o professionalizzanti: indispensabili per esercitare determinate professioni, per cui sono previsti in alcuni percorsi abilitanti (es. praticantati per avvocati, commercialisti, giornalisti ecc..).

Ad eccezione del tirocinio extracurricolare, per le altre tipologie di tirocinio è prevista un’attività simultanea di studio e lavoro. Durante l’esperienza di tirocinio, il tirocinante e l’ente promotore dovranno definire un programma formativo che specifichi le modalità di svolgimento, i contenuti, gli obiettivi dell’esperienza stessa.

 

Le diverse tipologie di stage

Anche nel contesto degli stage ne esistono di diverse tipologie, ognuna pensata per rispondere a specifiche necessità formative e professionali.

  • Stage formativi, progettati per fornire agli stagisti una visione pratica del mondo del lavoro e aiutarli a sviluppare competenze specifiche. Sono spesso definiti come stage di “orientamento” perché consentono ai giovani di esplorare le proprie inclinazioni professionali, affinare le proprie aspirazioni e acquisire esperienza diretta nel settore che meglio corrisponde alle loro passioni e capacità. La durata di questi percorsi è generalmente limitata a sei mesi.
  • Stage di inserimento o di reinserimento, che hanno l’obiettivo di facilitare l’ingresso o il reinserimento di una persona nel mondo del lavoro, come suggerisce il nome. La durata di questo tipo di percorso è generalmente più lunga rispetto agli altri, arrivando fino a un massimo di 12 mesi.
  • Stage a favore di soggetti svantaggiati, progettati per promuovere l’inclusione lavorativa di individui in situazioni di svantaggio, con un percorso formativo mirato. La durata di questi stage è generalmente di 12 mesi, ma può essere estesa fino a 24 mesi nel caso in cui il partecipante sia una persona con disabilità.

 

Apprendistato, stage e tirocinio: le differenze

Parlando di apprendistato, l’unico punto in comune di questo rispetto a stage e tirocinio è che, anche in questo caso, si tratta di un percorso formativo che si svolge in azienda.

Per il resto, però, le differenze sono significative.

La differenza sostanziale tra tirocinio, stage e apprendistato è che quest’ultimo, a differenza dei primi due, è un vero e proprio rapporto di lavoro. Si tratta a tutti gli effetti di un contratto di lavoro subordinato, a tempo indeterminato, mirato alla formazione ma soprattutto all’occupazione.

Ciò significa che l’apprendista gode di contributi, ferie e permessi (di cui gli stagisti/tirocinanti sono privi), e di una vera e propria retribuzione.

L’esperienza di apprendistato è focalizzata e finalizzata all’assunzione (al termine del contratto di apprendistato, questo si trasforma automaticamente in un regolare contratto di lavoro, salvo recesso di una delle parti) e la formazione è mirata per l’apprendimento di un mestiere. Al contrario, stage e tirocini non garantiscono sempre l'assunzione al termine dell'esperienza e la formazione ricevuta non è sempre così specifica e focalizzata su un mestiere preciso.

In ultimo, mentre per lo stage e tirocinio non è prevista un’età specifica, per l’apprendistato sì, e va dai 15/18 anni (in base alla tipologia di apprendistato) fino ai 29 anni compiuti.

 

Le tipologie di apprendistato

Così come per stage e tirocini, esistono differenti tipologie anche di apprendistato:

  • Apprendistato professionalizzante: destinato ai giovani dai 18 ai 29 anni compiuti, questo percorso è finalizzato all’apprendimento di un mestiere o all’ottenimento di una qualifica professionale;
  • Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale: permette agli studenti coinvolti in percorsi formativi regionali di unire l'apprendimento teorico con un'esperienza pratica nel mondo del lavoro;
  • Apprendistato di alta formazione e ricerca: mirato al conseguimento di titoli universitari e di alta formazione, tra cui i dottorati di ricerca e i diplomi degli istituti tecnici superiori. Inoltre, è orientato a svolgere attività di ricerca e praticantato per l'accesso alle professioni regolamentate.